sabato 29 novembre 2008

Obama, le prime delusioni

Riporto un post da questa fonte: http://www.corriere.it/editoriali/08_novembre_27/gaggi_b5822288-bc4a-11dd-88c4-00144f02aabc.shtml

di Massimo Gaggi


Gente seria, onesta, preparata. Ma sono davvero loro le persone più adatte per realizzare quel cambiamento che è stato il motivo dominante di tutta la campagna di Obama? Dopo gli apprezzamenti della prima ora per la scelta di Tim Geithner e Larry Summers come ministro del Tesoro e superconsigliere economico, ora sono in molti a chiedersi, in casa democratica, dov'è che il nuovo presidente intende portare il partito e il Paese.
Obama spiega che ha bisogno di gente esperta e che sarà lui in prima persona il fattore di novità, ma nel «ring» televisivo di This Week le «firme» conservatrici George Will e David Brooks inneggiano alle sue scelte, mentre i progressisti Robert Kuttner e Arianna Huffington sono perplessi, ostentano freddezza. Durissimo William Greider su The Nation, la rivista della sinistra radicale: «Per il Tesoro sono state scelte una persona e idee sbagliate. Lunedì, proprio mentre veniva designato, Geithner ha salvato, coi soldi dei contribuenti, Citigroup: il colosso che lui stesso ha contribuito a creare, con Summers, Rubin e Greenspan, durante la presidenza Clinton. Obama deve spiegare dove sta andando» alla base progressista che si è mobilitata per lui.

Kuttner, il direttore di American Prospect, organo della sinistra «bostoniana », è più possibilista: «Obama si è circondato di tecnocrati centristi. Perfino Hillary Clinton avrebbe scelto facce più fresche. Ma forse vuole governare da sinistra dopo aver rassicurato l'establishment: un presidente progressista in abiti pragmatici».
Che la concretezza di Obama avrebbe finito, prima o poi, per deludere i radicali, se lo aspettavano in molti. E' accaduto prima del previsto, anche per l'incalzare di una crisi che non lascia spazio per i collaudi. E i conservatori ne approfittano: il Wall Street Journal sottolinea le credenziali liberiste di Summers, grande sostenitore della deregulation degli anni '90, mentre alla Cnbc l'economista-conduttore Larry Kudlow esulta: «McCain non avrebbe potuto fare scelte migliori, la "blogosfera" radicale è furiosa ».

Qualche dubbio ce l'hanno anche i democratici moderati. Nessuno contesta l'autorevolezza dei prescelti, ma, in una tempesta che ha ormai le caratteristiche di una crisi di sistema, tutti quelli che hanno partecipato, anno dopo anno, alla costruzione del modello Usa di capitalismo finanziario, si portano dietro qualche responsabilità. A parte Bush, biasimato sia da destra che da sinistra, l'imputato principale è Alan Greenspan. L'ex capo della Fed, osannato ancora due anni fa come il «maestro» dell'orchestra economica mondiale, viene ora dipinto come uno stregone malefico e pasticcione. Ma sui magazine
che lo mettevano in copertina come il Salvatore del mondo, non era solo: alle sue spalle c'erano Summers e Rubin (anche lui, ora, con Obama).

Quanto a Geithner le critiche non riguardano solo lo scarso successo dei salvataggi che ha fin qui attuato (sotto la guida di Paulson e Bernanke), ma anche il fatto che negli anni del «denaro facile» di Greenspan, lui sedeva nel suo board (dal 2003) e non si è mai opposto.
Certo, non era facile per un giovane banchiere tagliare la strada al «Maestro ». Oggi, però, il New York Times promuove con riserva il team di Obama: «Sono bravi ma hanno fatto i loro errori. Devono ammetterli e mostrare che sono cambiati».

giovedì 20 novembre 2008

Pd, ultima fermata


Riporto un post da www.voglioscendere.it che dimostra per l'ennesima volta quanto, il PD ed il PDL, ci stiano prendendo per i "fondelli".

C'è da sperare che qualcuno riesca a far dimettere il senatore Nicola Latorre almeno dall'incarico di vice-capogruppo dei democratici al Senato. Pensare infatti che i probiviri del Pd espellano, o quantomeno sospendano, il braccio destro di Massimo D'Alema dal partito, così come farebbe qualsiasi partito in qualsiasi democrazia occidentale, è velleitario. Ormai è chiaro che di occidentale il nostro paese conserva solo la collocazione sulla carta geografica: tutto il resto, dalle classi dirigenti fino a buona parte dei media, è levantino. O, se preferite, latino americano.

Ma persino in Sud America un parlamentare di opposizione smascherato in tv mentre consiglia per iscritto a un esponente della maggioranza le frasi e i ragionamenti da utilizzare per tentare di levarsi dall'impaccio in cui lo ha cacciato un avversario politico, verrebbe immediatamente fatto scomparire dalla scena. Ovviamente non per senso etico o morale, ma per convenienza. Con quale residua credibilità Latorre potrà nel futuro opporsi, o fingere di opporsi, a prese di posizione, leggi e interventi avanzate dalla maggioranza? D'ora in poi la sua faccia rotonda, il suo cranio pelato, saranno solo e semplicemente il simbolo del'inciucio. Saranno un inno al qualunquismo di chi dice «intanto sono tutti uguali». Saranno la pietra tombale sulle già scarse possibilità del centro-sinistra di tornare un giorno alla guida del paese.

Eppure tra gli oligarchi nostrani Latorre resta popolarissimo. Ieri i suoi amici, per fronteggiare l'ondata di sconcerto montante anche dall'interno del Pd, hanno straparlato rievocando i processi staliniani. Il pugliese Francesco Boccia, dimostrando di non aver ricevuto nessun beneficio dagli anni trascorsi in gioventù studiando a Londra, è arrivato a dire: «Siamo passati da Obama a Stalin». L'ex prodiano Paolo De Castro ha definito «grottesche le critiche» per il pizzino allungato da Latorre. E tutti hanno catalogato l'episodio tra le scaramucce in atto tra i dalemiani e i veltroniani per il controllo del partito democratico.

Ora, è evidente che tra i due gruppi sia in corso una guerra. Ed è altrettanto ovvio che Veltroni e i suoi, mentre premono per le dimissioni di Latorre, sotto sotto si fregano le mani pensando di aver segnato un punto in loro favore. Ma tutto questo non basta per evitare di discutere del nocciolo della questione: Latorre con il suo comportamento ha danneggiato gravemente il partito, se non se ne va lo danneggerà ancor di più. Per il Pd, insomma, è arrivato all'improvviso l'ultimo treno. Sarebbe il caso che da quelle parti ci si desse da fare per non perderlo.

domenica 16 novembre 2008

L'Enel e il rispetto per l'ambiente sovvenzionato dallo Stato

Poche settimane fa all'uscita dal Supermercato Coop ho ricevuto delle Lampadine Fluorescenti e dei kit idrici per il risparmio di energia elettrica ed acqua.
Ero sorpreso del fatto che Enel dimostrasse un'attenzione cosi' elevata all'ambiente considerando che le loro scelte aziendali hanno sempre poco di ecologico (vedi http://www.greenpeace.org/italy/ricerca?q=enel).

Poi guardando meglio il documento da sottoscrivere per ricevere gratuitamente i kit sopra indicati ho scoperto che Enel ci mette la faccia ma i soldi ce li abbiamo messi noi (guarda a questo link il PDF con la riga evidenziata in arancione).

sabato 15 novembre 2008

La crisi non e' finita

La crisi non e' finita... e chissa' quanto durera'... ma noi siamo tranquilli... SIAMO SOTTO REGIME DITTATORIALE :-( e non ci accorgeremo di nulla :-)

Viva gli italiani... che non si accorgono di nulla!!!


Guarda i link seguenti...LINK1 e LINK2 sono articoli tratti da Borsa e Finanza di noti "guru" della Finanza... suggerisco di fare particolare attenzione alle ultime righe del secondo post.

mercoledì 12 novembre 2008

CTRL-ALT-CANC

Riporto un post dal sito http://feeds.feedburner.com/~r/IntuizioniOvvie/~3/445644513/post.aspx

Il mondo parla di Berlusconi. Credetemi, perfino per me è spiacevole constatare che continua a parlarne male. Berlusconi è al vertice di una piramide che rappresenta tutti gli italiani, uno per uno. Non serve dire io non mi sento rappresentato: una società è un sistema composto da individui raggruppati in base a criteri ben definiti, che non si esprimono in maniera caleidoscopica e frammentata, ma eleggono un portavoce che parla a nome e per conto della collettività. Di fronte al resto del mondo, noi siamo tutti Berlusconi.

Il vero problema è questo. Non siamo stati capaci di esprimere una classe dirigente adeguata a questo periodo storico. Abbiamo politici vecchi, arretrati e incapaci di pensiero innovativo. Ce li abbiamo perchè ce li abbiamo messi noi: li abbiamo votati.
L'America ha dimostrato di saper cambiare, di essere in grado di rompere con gli schemi tradizionali, di saper guardare avanti utilizzando modelli e concetti nuovi. Barack Obama si è rivolto agli americani. Li ha coinvolti uno per uno, ha parlato loro attraverso la rete. Per la prima volta le elezioni politiche del più grande paese democratico sono state vinte attraverso l'utilizzo sapiente e pervasivo di internet. La rete cambia il mondo.

Noi invece abbiamo Luca Barbareschi che dichiara che internet va regolamentata, che non capisce che è proprio la rete, al contrario, che si autoregola. In rete emergono i contenuti migliori a discapito di quelli inaccettabili. Questo è possibile grazie al concetto di intelligenza distribuita. Dal crollo della Torre di Babele in poi, il più grosso problema dell'uomo è stata la comunicazione. Le parole e le idee hanno sempre sofferto della mancanza di circolazione, del tentativo di strumentalizzazione, della censura. Oggi invece abbiamo un fenomenale strumento grazie al quale tutto è confrontabile. Le singole faziosità, le strumentalizzazioni... tutto si può mettere a confronto perchè ognuno di noi abbia la capacità di scegliere liberamente.

Oggi possiamo cambiare il mondo. Yes we can!
Per farlo, dobbiamo esprimere coraggiosamente nuovi talenti che abbiano internet, l'open source e il copyleft nel sangue, il cui dna contenga geni dedicati alla comprensione e allo sviluppo dello streaming video, della banda larga, dei comuni trasparenti, delle webcam in h24. La nuova rivoluzione si combatte online.

Dobbiamo mandare a casa questi vecchi mafioburocrati che non sanno cosa significa cut&paste, drag&drop, tag, blog, feed e sostituirli con una nuova generazione di giovani appassionati, idealisti, pieni di talento e nati con le mani sulla tastiera.

Se vogliamo portare quest'italietta nel futuro, la soluzione è una sola: CTRL-ALT-CANC.

venerdì 7 novembre 2008

Obama Presidente


Obama presidente. Onestamente sono felice di questa cosa e spero che possa portare avanti i buoni propositi della campagna elettorale anche se non sarà facile viste le difficoltà relative alla crisi economico finanziaria che si è abbattuta e si sta abbattendo sugli Stati Uniti e sul resto del mondo.
Inoltre, come già detto in un mio precedente post (http://paolomarmiroli.blogspot.com/2008/10/obama-presidente.html), ho il timore che portando avanti il suo programma rivoluzionario, andrà a 'toccare' troppi poteri forti... e come è noto (a noi italiani in particolare) si finisce per soccombere... se sei "fortunato" distruggono ogni cosa della tua vita, se sei "sfortunato" TI FANNO FUORI!

domenica 2 novembre 2008

Risposta dal Comune di Correggio su E.V.A.

In riferimento all'e-mail inoltrata al Comune di Correggio inerente la centrale di produzione di energia chiamata E.V.A. (vedi post al seguente link http://paolomarmiroli.blogspot.com/2008/08/correggio-ecologica-ma-non-troppo_27.html), pubblico la risposta dell'ente En.Cor. che sta procedendo alla realizzazione della centrale: Clicca sul link per leggere la risposta