venerdì 18 ottobre 2013

I pericoli nascosti di Whatsapp

Ormai e' uso di milioni di persone utilizzare software online quali whatsapp, skebby, wechat o altro.

Tutti questi applicativi online che continuamente accedono alla rete per reperire informazioni sono ormai utilizzati da moltissime persone per mandare messaggi, video e/o immagini.
Il tutto pero' come avviene?
Il software, all'atto dell'installazione, viene inserito in un elenco di processi che si avviano automaticamente all'accensione del telefonino. Questi processi restano nella memoria del telefono e, con una frequenza piuttosto bassa (circa una volta al minuto), accedono ad internet ed al verificarsi di determinati eventi, "si svegliano" e segnalano la ricezione del messaggio.

Queste connessioni frequenti ad internet non sono altro che gli scambi dati tramite la rete wi-fi o del gestore telefonico analoghi a quando si naviga col browser del telefonino o si effettua una chiamata telefonica.
E' ovvio che tali connessioni ad internet generano traffico rete ma soprattutto, in caso di connessioni tramite rete del gestore di telefonia, producono campi elettromagnetici dannosi.
Negli ultimi anni e' sempre piu' diffuso l'utilizzo di blue-tooth o auricolare durante le conversazioni per ridurre la vicinanza del telefonino alla testa o al corpo in generale; telefonini continuamente connessi alla rete per i software di cui sopra (whatsapp, skebby, wechat) producono continuamente onde elettromagnetiche molto dannose per l'organismo, ritenute anche causa di tumori.

Ecco perche' mi rifiuto di usare questi programmi.

domenica 15 settembre 2013

Ascanio Celestini - Io sono di sinistra - Parla con me 24-03-2011


Psicopatologia del Fascistone

Il Fascistone gode nel fare il saluto con il braccio teso. Lungi dal rappresentare una ideologia politica, una mozione di ribellione o una semplice semeiotica di appartenenza, il braccio teso attinge essenzialmente ad un’esibizione di virilità. Una metafora fallica la cui proiezione spaziale verso l’alto e l’intrinseca rigidità hanno la valenza liberatoria dell’atto di aprire l’impermeabile e mostrare, finalmente e senza inibizioni, le spropositate dimensioni e la consistente turgidità del proprio apparato riproduttivo.

Il Fascistone ha il mito dell’Ordine. La vastità dell’Universo e la volubilità della sua fenomenologia gli procurano un disorientamento agorafobico. Per tale motivo il Fascistone proietta la multiforme e sterminata sostanza polidimensionale del Creato in una visione categorica che gli fornisce una mappa comportamentale adeguata alla profondità del suo pensiero. Gli omosessuali sono ricchioni, le russe puttane, gli extracomunitari negri, gli immigrati delinquenti, quelli dei centri sociali zecche, gli ebrei avari, gli operai dei fannulloni. Tutti hanno la loro etichetta in una tassonomia cristallina e finalmente indubitabile. Una sorta di topografia etologica nella quale ciascuno è intrappolato dalla nascita senza alternativa evolutiva.




Il Fascistone si è finalmente liberato dei lacciuoli intellettuali che obbligano a giudicare cavillosamente e specialmente ogni evento fenomenologico ed inferenziale della società umana. Per il Fascistone i grandi metainsiemi del “Giusto” e dello “Sbagliato” sono separati da una frontiera disegnata con precisione cartografica e costantemente pattugliata da doganieri armati fino ai denti acciocché nessun concetto possa transitare clandestinamente da una parte all’altra o, peggio, sostare sulla “border zone” assumendo un particolare ed indecidibile carattere di indeterminazione.

Il Fascistone non ha interlocutori, ma solo nemici. La rigidità del suo pensiero non ammette crepe insinuate dalla discussione, pena il crollo dell’intera struttura. E’ per questo che il Fascistone vive perennemente in conflitto con ciò che lo circonda. Costantemente assediato dal nemico, il Fascistone trova la sua pace solo nell’esplicazione della violenza, sia essa intellettuale o fisica. La violenza è lo scudo dietro il quale il Fascistone si nasconde dal terrore che gli insinua la profondità e la complessità degli spazi intessuti di eventi nei quali l’infausto destino l’ha condannato a vivere.

Essere Fascistone non ha nulla a che fare con la politica. Essere Fascistone è uno stato dell’anima latente in ciascuno di noi, indipendentemente da ciò che votiamo o pensiamo di essere. Una condizione dalla quale dobbiamo guardarci costantemente, specialmente nella sera della vita quando la grandezza delle cose ci ha fiaccato e sentiamo il bisogno di rinchiuderci in noi stessi.

Si noti che è stato sperimentalmente dimostrato che avere un Che Guevara tatuato sul braccio non serve a nulla.


Tratto da http://www.mentecritica.net/psicopatologia-del-fascistone/meccanica-delle-cose/accademia-dfc/mc/4207/

Leggi anche “Fenomenologia dell’Intellettuale di Sinistra“.

domenica 11 agosto 2013

Menaresta - Verguenza Summer







La Verguenza Summer è una reincarnazione della ricetta base Verguenza nel ruolo di session beer estiva.
Dalla forza alcolica e luppolata della Double IPA originale qui si scende ad una più equilibrata e scorrevole American IPA di 6%. Rispetto alle interpretazioni usuali dello stile, che normalmente non disdegnano comunque un certo impeto, qui l’approccio ferragostano viene invece mirabilmente esaltato, tanto che la facilità di bevuta sembra più da golden ale britannica che da cingolato luppolato della West Coast americana.
Il colore è quel dorato che a me piace tanto in questo stile, e che ci segnala che dolcioni e derive caramellose sono state messe al bando. La schiuma è fitta e persistente, lievemente opalescente l’aspetto. L’impatto olfattivo è prevedibile visto lo stile, ma felicemente espressivo e piacevole, con una carrellata di agrumi in cui svetta il pompelmo e il mandarino, quindi un tropicale di mango e note balsamiche, pinose, e speziate. Dietro, nascosta, fa capolino anche una fragolina di bosco.
È un olfatto gentile però più che la “volgare ostentazione di potenza” (cit.) che questo stile a volte ci riserva, coadiuvato anche dalla presenza di nobili luppoli europei, erbacei e floreali.
Lo stesso garbo lo ritroviamo al sorso, dove l’amaro è eccellentemente calibrato su corpo leggero e mielato, abbastanza watery, mentre ovviamente l’aroma ricco e robusto dei luppoli la fa da padrone. Equilibrata e beverina, ma di carattere, birra da mettere in cambusa in attesa della canicola.

sabato 13 luglio 2013

Brewfist: Spaceman - IPA Beer

I luppoli utilizzati sono infatti il Simcoe ed il gettonatissimo Citra. Nel bicchiere è di color arancio opalescente; la schiuma, molto persistente, è ocra, fine e cremosa. Il naso profuma di agrumi (pompelmo, ma anche mandarino), leggeri sentori di aghi di pino e di frutta tropicale. In bocca rivela un corpo medio, con una consistenza watery che la rende molto beverina; la carbonatazione è piuttosto elevata. L’imbocco di malto è davvero rapido, il palato è subito invaso da un bell’amaro dove convivono note di scorza d’agrumi e “resinose”; molto secca, nasconde in modo molto pericoloso il contenuto alcolico (7%) ed è caratterizzata da una splendida beverinità. Finisce in modo coerente, lasciando un lungo retrogusto amaro e fruttato, ricco di scorza d’agrumi (lime e pompelmo). Davvero una IPA molto ben fatta, amara senza mai essere aggressiva. Siamo già ad un livello qualitativo alto, ma potrebbe migliorare ancora con un po’ più pulizia in bocca. Formato: 33 cl., alc. 7%, 70 IBU

Brewfist: Caterpillar - APA Beer

Collaboration brew con il birrificio danese Beer Here. Pale ale con malto di segale e luppoli neozelandesi. Amara, secca con uno spiccato aroma fruttato e di resina.


American Pale Ale

50 IBU - 5,8% vol. - 14.5 Plato

Dada: LOP LOP - IPA Gentile

Birra "chiara" con lieviti inglese ad alta fermentazione, i gradi di amaro (IBU) al limite fra una Golden Ale e una IPA: una birra di carattere per accontentare i palati più esigenti. Alla prima vista appare di colore dorato carico e con una schiuma rocciosa, ottima al profumo, con note fruttate ed erbacee che convivono perfettamente.
Gusto: In bocca rilascia un inizio morbido e delicato per finire una nota di amaro secco e lungo, lasciando un asciutto che "chiama" presto il secondo sorso.
Bicchiere: Questa tipologia va gustata in un bicchiere "Pinta" con ampie sorsate, la temperatura di servizio è intorno ai 12 °C.
Abbinamento:Totalmente duttile: sta bene con antipasti piuttosto grassi, paste elaborate e secondi a base di carne di maiale.

Lambrate: Drago Verde - Lager Americana

Birra a bassa fermentazione in stile American Lager. Dal colore dorato brillante. Al naso, presenta un leggero sentore maltato che si accompagna a note agrumate di arancia, legate all’utilizzo di un particolare luppolo americano. In bocca, è sfuggevole, non molto carbonata e piacevolmente amara nel finale. È un birra molto rinfrescante e poco alcolica.

Rurale: Terzo Miglio - APA Beer

Birra in stile American Pale Ale, prodotta artigianalmente utilizzando acqua, malto d’orzo, luppolo e lievito. Dedicata alle varietà di luppolo americane, presenta aromi agrumati e resinosi, sentori balsamici di pino mugo e pompelmo che si bilanciano al gusto con un malto importante, prima dell’arrivo di un amaro intenso, pulito e avvolgente, che non lascia mai sazi. Ottimo l'abbinamento con carni e formaggi a media stagionatura. Terzo Miglio stupisce per l'intensità e la complessità dei suoi aromi. Per apprezzarla al meglio, si consiglia di consumarla a 12°C e di conservarla al fresco. Alc.5,8% vol. (13,5°Plato) - Non Filtrata e non Pastorizzata

Rurale: Castigamatt è il lato oscuro del luppolo.- Black IPA Beer


Birra ispirata allo stile American Style Black Ale (Black IPA), prodotta artigianalmente utilizzando acqua, malto d’orzo, luppolo e lievito. Dal colore nero quasi impenetrabile con qualche riflesso granata, si presenta con un bel cappello di schiuma compatta e persistente. Aromi e sapori si intrecciano nelle componenti maltate e nella generosa luppolatura con varietà americane. Il dry hopping effettuato con l’ “Hoptimator”, strumento progettato dal team del birrificio, dona alla birra un carattere fresco ed intenso di luppolo. Secca e beverina, nonostante i suoi 7,5 gradi alcolici,

Thornbridge: Jaipur - IPA English Beer

Nome indiano per – ovviamente – una India Pale Ale brassata dalla Thornbridge. Jaipur, ovvero la città “rosa”, per il colore predominante dei suoi edifici; capitale dell’omonimo distretto, più di tre milioni di abitanti, famosa per il Palazzo dei Venti, un antico osservatorio dal quale le donne di corte potevano osservare la vita della città. La sua splendida facciata in pietra arenaria rosa, è caratterizzata da un migliaio tra finestre e nicchie. Ritornando alla birra, si presenta di colore giallo pallido, velato; la schiuma bianca, molto persistente, è fine e cremosa. Molto elegante e fruttato il naso, con sentori di arancio, mandarino e pesca bianca. Si tratta di una IPA abbastanza snella, che non vuole mostrare i muscoli ma preferisce seguire la strada della facilità di bevuta. Medio-leggero il corpo, corretta la carbonazione, watery la consistenza. In bocca c’è un grande equilibrio e pulizia di tutte le componenti: malto (crosta di pane), agrumi dolci e “sciropposi” bilanciati da note amaricanti di scorza d’agrumi. Molto secca, pulisce bene il palato ed invoglia subito il sorso successivo; finisce lasciando un retrogusto amaro abbastanza delicato, caratterizzato da note vegetali e di scorza di pompelmo. IPA molto ben fatta, pulita, profumata, bilanciata e gustosa. C’è tutto quello che serve. Formato: 50 cl., alc. 5.9%

IPA - INDIA PALE ALE


India Pale Ale or IPA is a style of beer first brewed in England in the 18th century, though the expression "India pale ale" was first used (in an advertisement) in the Liverpool Mercury of January 30, 1835.
IPA descends from the earliest pale ales of the 17th century. The term pale ale originally denoted an ale which had been brewed from pale malt. The pale ales of the early 18th century were lightly hopped and quite different from later pale ales. By the mid-18th century, pale ale was mostly manufactured with coke-fired malt, which produced less smoking and roasting of barley in the malting process, and hence produced a paler beer. One such variety of beer was October beer, a pale well-hopped brew popular among the landed classes, who brewed it domestically; once brewed it was intended to cellar two years.
Among the earliest known named brewers whose beers were exported to India was George Hodgson of the Bow Brewery, on the Middlesex-Essex border. Bow Brewery beers became popular among East India Company traders in the late 18th century because of the brewery's location and Hodgson's liberal credit line of 18 months. East Indiamen transported a number of Hodgson's beers to India, among them his October beer, which benefited exceptionally from conditions of the voyage and was apparently highly regarded among its consumers in India. Bow Brewery came into control of Hodgson's sons in the early 19th century, but their business practices alienated their customers. During the same period, several Burton breweries lost their European export market in Russia because of new tariffs on beer, and were seeking a new export market for their beer. At the behest of the East India Company, Allsopp brewery developed a strongly hopped pale ale in the style of Hodgson's for export to India. Other Burton brewers, including Bass and Salt, were anxious to replace their lost Russian export market and quickly followed Allsopp's lead. Likely as a result of the advantages of Burton water in brewing, Burton India Pale Ale was preferred by merchants and their customers in India.
Demand for the export style of pale ale, which had become known as "India Pale Ale," developed in England around 1840 and India Pale Ale became a popular product in England. Some brewers dropped the term "India" in the late 19th century, but records indicated that these "pale ales" retained the features of earlier IPA. American, Australian and Canadian brewers manufactured beer with the label IPA before 1900, and records suggest that these beers were similar to English IPA of the era

IPA in the USA

IPA has a long history in the USA with many breweries producing a version of the style. American IPAs are brewed with a single hop variety or a blend of varieties including Cascade, Centennial, Columbus, Chinook, Simcoe, Amarillo, Tomahawk, Warrior, and Nugget. This is in contrast to the Fuggles, Golding and Bullion hops of British styles.
IPA type beers brewed in the United States include Brooklyn East India IPA, Dogfish Head 60 Minute IPA, Sierra Nevada Torpedo, Lagunitas IPA and Goose Island IPA.
Double India Pale Ales - Double IPA's are a strong, very hoppy style of pale beer that typically have alcohol content above 7% by volume.

venerdì 3 maggio 2013

Come cambiare carattere!

Il tuo carattere è la somma delle tue abitudini. 
Ogni abitudine è la somma di azioni ripetute. 
Ripeti azioni diverse e cambierai carattere.
 

giovedì 21 marzo 2013

Sei Nazioni 2013: tutti i numeri per "capire" cosa è successo

Le statistiche del torneo evidenziano i meriti del Galles e l'ottimo Sei Nazioni dell'Italia.



Ha vinto il Galles, con una clamorosa rimonta sull'Inghilterra culminata con il netto 30-3 nello scontro diretto; l'Italia ha disputato il suo miglior torneo, chiudendo quarta con due successi all'attivo. Ultima, a sorpresa, la Francia. Ma cosa è successo nell'ultimo mese e mezzo? Ecco i numeri del Sei Nazioni 2013.

  
Chi ha marcato più punti? Il Galles vincitore, con 24,4 punti a partita, meglio dei 19,6 della Scozia (complice le quattro mete all'Italia) e dell'Inghilterra, ferma a 18,8. Sempre i campioni finali hanno marcato 1,8 mete a partita, meglio della Scozia (1,4) e della Francia (1,2).



L'Italia - e qui si vede la mano di Brunel - è la squadra che ha portato più volte l'ovale in mano, con una media di 122,2, meglio del Galles che si ferma a 114,2 e della Francia con 107,2. Di conseguenza, i metri fatti palla in mano dall'Italia sono stati 420,8, contro i 379,4 della Francia e i 369,4 dell'Inghilterra. Quando si tratta di evitare un placcaggio, allora i migliori sono stati i francesi, con 16,2 break, contro ai 16,0 del Galles e i 13,4 dell'Italia.



Azzurri che dominano anche la classifica degli offloads, unica nazione con una media superiore ai 10 offload a partita (10,8), contro gli 8,6 di Francia e Inghilterra. Anche come passaggi prima è l'Italia con 142,6, mentre il Galles è la squadra che ha placcato meglio, con il 92% (Italia a 89%). Per quel che riguarda, invece, i turnover concessi i migliori sono stati irlandesi, scozzesi e gallesi con 11,8 a partita, mentre qui l'Italia è ultima con 15,8 palle perse.

 
 
Domina l'Italia in touche, dove ha conquistato il 90% delle rimesse (Galles secondo con l'85%) e dove ne ha rubate 2,2 a partita, battuta solo dalla Scozia con 2,4. La mischia azzurra si conferma la migliore anche in mischia chiusa, con il 91% delle mischie vinte, seguita dalla Francia (89%), mentre l'Inghilterra ha perso buona parte delle chance di vittoria con solo il 72% delle mischie vinte, meglio solo della Scozia (70%).




Infine, con 19'09" di possesso medio, l'Italia è anche la squadra che ha mantenuto di più il controllo dell'ovale, precedendo il Galles 18'02" e la Francia 18'01". Insomma, i numeri parlano di un torneo vinto meritatamente dal Galles, ma di un torneo più che positivo anche da parte degli azzurri, con quell'equilibrio tra attacco e difesa tanto caro a Brunel.



Fonte

domenica 17 febbraio 2013

Elio e le Storie Tese si piazzano al secondo posto a Sanremo e vincono il premio della critica Mia Martini ed il premio per il migliore arrangiamento musicale.

Festival di Sanremo 2013: Elio e le Storie Tese si piazzano al secondo posto e si aggiudicano il Premio della Critica “Mia Martini”, il Premio per il Miglior Arrangiamento e il Premio della Sala Stampa Radio, Web e Tv!











domenica 10 febbraio 2013

Qualcosa che tua moglie non usa piu'...




Una donna rientra a casa e trova il marito a letto con una bella e giovane ragazza.

"Porco schifoso!" gli grida la donna, "Come hai potuto farmi questo, una moglie fedele, la madre dei tuoi figli! Ti lascio immediatamente, chiederò il divorzio!"


E il marito: "Ehi un momento, lascia che almeno ti spieghi una cosa..."


"Va bene, - dice la moglie - tanto queste saranno le tue ultime parole che ascolto..."


Lui comincia: "Stavo entrando in macchina per venire a casa quando si è avvicinata questa ragazza e mi ha chiesto un passaggio. Sembrava smarrita, impaurita e indifesa: mi ha fatto compassione, così l'ho fatta salire in auto. Ho notato che era molto magra, mal vestita e assai sporca.
Mi ha detto che non mangiava da tre giorni! Così, preso dalla compassione, l'ho portata a casa e le ho scaldato gli involtini di carne che avevo preparato per te ieri sera, quelli che non hai mangiato per timore di metter su peso. Beh, li ha divorati in un istante!
Visto che era sporca l'ho invitata a farsi una doccia e mentre era in bagno ho visto che i suoi abiti erano lerci e pieni di buchi: li ho buttati via. Dal momento che aveva bisogno di vestirsi, le ho dato i tuoi jeans di Armani di qualche anno fa, che tu non metti più perché ti sono diventati stretti. Le ho dato anche l'intimo che avevo comprato per il tuo compleanno, ma che non indossi perché dici che ho cattivo gusto.
Le ho dato anche quella camicetta sexy che mia sorella ti ha regalato a Natale ma che non metti per farle un dispetto, e anche quegli stivali che avevi preso in quella costosa boutique ma che non portavi perché in ufficio una ne aveva un paio uguali..."


A questo punto l'uomo tira un lungo respiro e continua: "Mi era così grata per la mia comprensione e aiuto che mentre l'accompagnavo alla porta, mi si è rivolta in lacrime e mi ha chiesto:


"Non c'è qualcos'altro che tua moglie non usa più?"

lunedì 4 febbraio 2013

Una scelta difficile

Alle prossime elezioni politiche che si terranno il 24 e 25 febbraio 2013, ci sara' l'ultima occasione per mandare a casa chi ci malgoverna da oltre 40 anni ed evitare che si formi un gruppo di forze politiche al governo che includa anche la lista Monti, per portare avanti il programma dell' "agenda Monti" cioe' le indicazioni dell'Unione Europea atte all'impoverimento della popolazione italiana.

Non pensare che il PDL eviti l'inciucio con la Lista Monti e quantomeno il PD.

Monti sara' presente in ogni governo che includa Casini o Lega o PD o PDL.

Per chi non lo sapesse Monti e' un uomo del Nuovo Ordine Mondiale e quindi e' al servizio dei poteri forti mondiali. Dell'Italia e degli italiani non gliene frega un emerito cazzo!

Quindi il 24 e 25 febbraio, nella dura scelta tra il partito meno peggio, sono di fronte al dilemma se scegliere la lista Rivoluzione Civile di Ingroia (sulla quale nutro molte perplessita') ed il Movimento 5 Stelle di Grillo (sul quale ho altrettanti dubbi).

Di certo sono gli unici due gruppi che presentano moltissime facce nuove....


martedì 15 gennaio 2013

Andate a raccontarla a Patrik Baboumian la storia delle proteine nobili della carne


Patrik Baboumian, uomo più forte della Germania: vegan

 

Uno degli uomini più forti del mondo ci spiega che la vera forza consiste nel non far del male ai più deboli: gli animali.
Patrik Baboumian è uno degli uomini più forti del mondo.
Ha vinto il titolo di "uomo più forte della Germania" nel 2011.
E' vegetariano dal 2005, vegan dal 2011.
Campione in vari tipi di sollevamento pesi, detentore di record nel suo paese e di record del mondo in specialità che richiedono una forza fisica enorme.
Patrik ci dà la sua testimonianza di che cosa sia la forza in questo toccante video.
La traduzione è subito sotto.


La forza deve costruire, non distruggere.
Dovrebbe superare solo se stessa, non sopraffare i più deboli.
Usata senza responsabilità, non causa altro che danno e morte.
Riesco a sollevare le cose più pesanti, ma non posso togliermi di dosso la responsabilità.
Perché il modo in cui usiamo la nostra forza definisce il nostro destino.
Che tracce lascerò sul mio cammino verso il futuro?
Dobbiamo davvero uccidere per vivere?
La mia vera forza sta nel non vedere la debolezza come debolezza.
La mia forza non ha bisogno di vittime.
La mia forza è la mia compassione.

Per questo Patrik è vegan.
Per altre info su Patrik:
Patrik Baboumian - Plant Power