martedì 13 gennaio 2009

La neve congela la crisi. Evviva!

Riporto un post di Daniele Martinelli tratto da http://www.danielemartinelli.it/2009/01/07/la-neve-congela-la-crisi-evviva/


Con la grande quantità di neve caduta sulla pianura padana nel ponte della Befana, il rientro post natalizio al lavoro per migliaia di dipendenti è stato “congelato”.

Giornali e telegiornali parlano dell’ovvio. Della neve che cade nella sua stagione e di come il popolo si adegua alla sua presenza: scambi di binari che ghiacciano, auto in panne, bimbi allegri ad erigere i pupazzi bianchi e i loro papà intenti a spalare il corsello di casa.

La neve ha sommerso tutto, anche le migliaia di auto invendute rimaste parcheggiate sui piazzali della Fiat. Spalarla potrebbbe essere il nuovo, temporaneo affare alla crisi per diverse migliaia di operai che credono di rientrare in azienda lunedì prossimo. Dopo un mese di ferie forzate.

Gli ospedali non hanno più posti letto. Alcuni degenti sono ricoverati per poter mangiare perché la loro pensione non basta più nemmeno per bere.

Il carrozzone della crisi Usa traina anche tutta la Cina, in cui sono già 670 mila le aziende che hanno chiuso i battenti negli ultimi mesi, mentre saranno 10 milioni i nuovi disoccupati assieme ai 7 milioni di diplomati che con tutta probabilità rimarranno a casa durante questo 2009. Nel paese giallo si temono rivolte, incidenti e tumulti. Lo ha scritto senza mezzi termini Huang Huo sul settimanale Outlook, uno dei giornalisti di regime più autorevoli che teme metteranno a rischio la tenuta del governo comunista.

Folla inferocita negli uffici pubblici di Gansu in novembre, taxi in sciopero, e nella megalopoli industriale di Chongqing agli adolescenti è vietato circolare da soli di notte in seguito all’escalation di episodi di violenza.

L’8% di crescita psicologica minima che si è posta il governo di Pechino non è detto che basti a scongiurare focolai di tensione.

Per oggi, almeno qui in Lombardia, spaliamo la neve che ci distraiamo.

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