domenica 4 ottobre 2009

E il Comune di Correggio creò E.V.A.

In riferimento ai precedenti post di seguito elencati (Correggio: Ecologica ma non troppo! , Risposta dal Comune di Correggio su E.V.A. ) inerenti la nuova centrale di produzione di energia del comune di Correggio, riporto alcune considerazioni delle associazioni ambientali della zona:

Ban Ki-Moon, segretario generale delle Nazioni Unite, dice che è follia sottrarre aree
agricole, destinate alla produzione di generi alimentari, per produrre biocarburanti
e/o energia.
Il comune di Correggio, denomina una centrale di produzione di energia, generata quasi
completamente per combustione di oli di origine vegetale e biomasse, E.V.A. (Energia,
Valore, Ambiente). E = Energia vegetale, V = Valore non si sa quale, A = Ambiente come al
solito sfruttato.
E’ folle la centrale o è Ban Ki-Moon che è così fuori dal mondo ?
La cosa che più preoccupa è l’elevata superficie di pannelli solari per produzione di energia.
Cosa si vuole fare con una quantità così elevata di energia pari a quella di circa 20 utenze
domestiche? Una giostra a carosello per bambini ad energia solare sarà lo strumento
principe della attività didattica ambientale?
E con ben 17.5 metri quadri di pannelli termici per produzione di acqua calda si farà una
doccia pubblica o un bagno turco per pochi privilegiati ?

La mia perplessità a produrre elettricità con biomasse.
Un più corretto termine di riferimento dovrebbe essere il confronto della qualità dell’ aria e dell’
ambiente prima e dopo l’ entrata in funzione dell’ impianto a biomassa. Questo confronto non
può che essere che questo: con l’ entrata in funzione dell’ impianto a biomassa la qualità dell’
aria deve migliorare o per lo meno restare uguale a quella pre-esistente. Il miglioramento è
possibile se nel sito interessato le biomasse sostituiscono un combustibile più inquinante utilizzato
in un impianto termoelettrico già esistente e se il recupero del calore permette di spegnere
numerose calderine inquinanti il cui impatto ambientale era superiore a quello del nuovo impianto
di teleriscaldamento, conteggiando anche le emissioni dei trasporti associati. L’ uso di biomasse
per la produzione di elettricità non è obbligatoria e la diffusione di questa scelta è sostanzialmente
motivata dai sostanziosi incentivi pubblici dei Certificati Verdi. La combustione di legna vergine
produce diossina, in quanto nel legno sono presenti i precursori chimici ( strutture aromatiche e
cloro) di questo composto. Per completare l'informazione, bruciare legna produce anche benzene,
idrocarburi policiclici aromatici, formaldeide riconosciuti cancerogeni umani e non poche
polveri sottili. Di qui la mia perplessità a produrre elettricità con biomasse.

Dr. Federico Valerio, Istituto Nazionale Ricerca sul Cancro, Servizio Chimica Ambientale

COME SI FINANZIA UNA CRISI CLIMATICA CON L’ OLIO DI PALMA

Nell’Aprile del 2008 Unilever ha aderito, su richiesta di Greenpeace, all’appello per un’immediata
moratoria per fermare la deforestazione a causa dell’espansione industriale della palma da olio in
Indonesia. Uno stop alla distruzione delle foreste pluviali e torbiere indonesiane, inoltre, è di
vitale importanza per assicurare un futuro alle, già fortemente minacciate, popolazioni indigene,
specie vegetali ed animali come gli ultimi oranghi del Borneo e di Sumatra. In un recente
rapporto della Commissione Europea del 2008 si legge:” Le piantagioni vengono spesso
abbandonate [dopo un ciclo produttivo di circa 25 anni, inclusi i cinque anni necessari per l’entrata
in produzione delle palme] a causa dell’impoverimento dei suoli esausti e nuove aree di foresta
vengono drenate per guadagnare superfici utili per le nuove coltivazioni”.
I grandi produttori e fornitori di olio di palma indonesiano controllano concessioni per la
coltivazione di palma da olio che ricadono su aree di torbiere che dovrebbero essere escluse per le
piantagioni. La legge indonesiana stabilisce infatti che i terreni da destinare alla coltivazione
di palma da olio non possono estendersi su aree di torbiere più profonde di due metri.
Greenpeace stima che la profondità media delle torbiere delle recenti aree convertite a palma da olio
superi i 3 metri.


Da : http://www.greenpeace.org/raw/content/italy/ufficiostampa/file/unilever-palma

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